Da Capistrello
si percorre la strada che giunge al Valico Serra
Sant’Antonio. Dal valico, sempre in auto, si arriva a Campo
Staffi e, superate le ultime case della
località sciistica, si può parcheggiare. Siamo nei
pressi del Valico di Staffi (1791 m, non nominato sulla
carta IGM) oltrepassato il quale si entra, con una
comoda mulattiera e in lieve discesa, nella fitta
faggeta di Monna
della Forcina. Si percorre la
mulattiera, sempre piacevole ed evidente, fino a
raggiungere il Rifugio di Campo Ceraso posto ai margini
dell’omonimo pianoro (1561 m, 0.30 h).
Altro tragitto tutto a piedi è quello di partire da
Camporotondo e percorrere la mulattiera fino al bivio
con la S.S.ma Trinita e il ceppo di confine tra Abruzzo
e Lazio. Qui girare a sinistra ed arrivare fino a Campo
Caraso e da qui al Volubro di Campo Ceraso.
Da qui con un con percorso in discesa si giunge in breve
al Volubro di Campo Ceraso (1545 m). Qui si abbandona la
mulattiera, che prosegue per Campo della Pietra e si
prende, sulla sinistra, il sentiero che si inoltra di
nuovo nella faggeta. Subito dopo il volubro, il
sentiero, sempre ben marcato, attraversa numerose
radure. Quando inizia a farsi meno evidente, giunge alla
larga radura erbosa nei pressi del Valico
di Monna Forcina (non nominata sulla
carta IGM) oltre il quale c’è la Valle Forchitto (0.10
h/ 0.40 h).
Senza abbassarsi di quota, si abbandona la traccia per
la Valle Forchitto e si volta nettamente a destra. Dopo
un primo tratto in leggera salita, si entra nella
faggeta che ricopre il versante est del Monte Tarino.
Intorno a quota 1700 m, si esce definitivamente dal
bosco in corrispondenza di una larga spalla erbosa. Il
percorso si fa via via più ripido e la cresta sempre più
marcata fino alla rocciosa anticima est del Monte
Tarino (1876 m, 0.45 h/1.25 h).
Superata l’anticima, si ridiscende ad una selletta e si
perviene alla cima risalendo la parte terminale della
cresta ESE molto aerea e in alcuni punti alquanto
esposta. La vetta,
sormontata da una croce in ferro, offre un panorama a
360° su tutto il gruppo dei Monti
Simbruini e
sui vicini Cantari dove
spicca la sagoma inconfondibile del Monte
Viglio (1961
m, 0.25 h/ 1.50 h).
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