L'accesso alla cavità avviene
attraverso un grande cancello che chiude completamente
l'ingresso, che ha forma triangolare con base di 4,5 m e
altezza di 10 m. Una scala metallica permette di
superare la galleria discendente iniziale, impostata in
una evidente frattura SW-NE lunga circa 50 m e alta 5-6
m; la galleria è molto concrezionata, ha sezione
triangolare e presenta un marcato canale di volta. Si
sbuca in un vasto salone dalla pianta ellittica (60x25
m), alto 20 m, con imponenti massi di crollo, e con il
fondo attraversato da un corso d’acqua di modesta
portata, con l’alveo scavato nei sedimenti. Il salone
piega decisamente a destra, seguendo una frattura
orientata NW-SE, immettendo in un grande scivolo,
anch’esso ingombro di grandi massi di crollo, con
numerose stalagmiti, stalattiti, colate e vaschette, nel
quale l’acqua si perde fra i massi; lo scivolo termina
in un altro grande salone pianeggiante (100x30 m, alto
15 m) con il fondo coperto da sedimenti che nascondono
in buona parte un crostone stalagmitico con vaschette
fossili; qui si ritrova il solco del torrente interno.
La seconda metà di questo salone, al di là di un
diaframma che restringe la sezione (punto 16), è
occupata da un lago profondo non oltre 50 cm, soggetto a
variazioni stagionali. In fondo al salone di aprono
due ambienti laterali in salita piuttosto concrezionati
e una sala (21x9m) che si sviluppa al disotto di uno dei
due, anch’essa occupata da un lago, separato dal
precedente solo da un diaframma di roccia. E’ stato
osservato un notevole stillicidio che alimenta i due
laghi. Durante le stagioni piovose il salone terminale è
spesso allagato. Si presume che la grotta fosse l’antico
inghiottitoio della valle che oggi è drenata dal vicino Ovido
di Petrella. La portata del corso d’acqua interno è
stata misurata in un periodo piovoso (novembre 1974)
intorno a 0,7 l/min. Negli stessi giorni furono
effettuate misure anemometriche, che rilevarono una
corrente d’aria fredda in entrata lungo il suolo mentre
una corrente d’aria calda usciva percorrendo la volta
del corridoio iniziale (TODISCO & TROVATO, 1975). Stato
dell’ambiente La grotta è stata utilizzata come ovile
fin dall’epoca del bronzo ed esplorata e descritta già
nel XIX secolo. Tracce di questa assidua frequentazione
sono evidenti sulle pareti, annerite a tratti dal fumo
di torce improvvisate. Resti di manufatti antichi in
legno e ferro sono stati trovati e rimossi prima dei
lavori per lo sfruttamento turistico. Negli anni ‘90 la
cavità è stata chiusa con un cancello di imponenti
dimensioni e attrezzata per le visite turistiche con
passerelle in griglia metallica e con opere che hanno
modificato l’ambiente di imbocco. All’interno il solco
torrentizio nel primo salone è stato approfondito
artificialmente per assicurare il drenaggio.
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