Favola
di H.C. Andersen
Mamma, guarda come sono belli! -
Esclamò il bambino saltellando dalla gioia.
Il coperchio della scatola di legno, aperto con impazienza, fece
ammirare una ventina di soldatini di piombo allineati come in una
parata.
Le uniformi rosso fiammante davano ai piccoli militari un fiero
portamento: giacche scarlatte, pantaloni blu scuro, copricapi neri
con piume rosse e bianche.
Ognuno portava con fierezza il suo fucile.
Il bambino li prese uno ad uno e li mise sul tavolo, guardandoli
meravigliato.
L'ultimo gli sembrò molto curioso: rimaneva perfetta-mente diritto,
magnifico come il resto della truppa... ma aveva una gamba sola!
Malgrado questo difetto, o forse proprio per questo, aveva uno
sguardo più fiero, più audace degli altri.
Subito, il ragazzino lo prese in
simpatia e divenne il suo soldatino preferito.
Sulla tavola si trovava anche un castello di carta... Con il tetto
d'ardesia, le mura di pietra con i riflessi dorati, la scala con le
ringhiere in ferro, questo castello assomigliava ad un maniero
feudale.
Era in mezzo ad un parco verdeggiante ricco di alberi e piante
multicolori.
Due cigni bianchissimi navigavano maestosamente in un lago di carta
argentata.
Ma la cosa più interessante era una graziosa ragazza che stava
sulla porta d'entrata: i biondi capelli raccolti in trecce, gli
occhi limpidi come l'acqua del lago, il sorriso dolce e attraente,
la rendevano la più bella delle ballerine.
Un vestito etereo, stretto in vita, la faceva sembrare ancora più
delicata e fragile.
Con le braccia alzate sopra la testa, rimaneva in perfetto
equilibrio sulla punta di un piede.
L'altra gamba, tesa in aria, era in parte nascosta dall'ampia gonna.
Dopo essere uscito dalla scatola, il soldato, attratto dalla
bellezza della ballerina, non smise di guardarla nemmeno un attimo.
Egli credeva che avesse una sola gamba come lui e questa supposta
infermità rinforzava il suo amore appena nato.
Cercò allora di conoscerla e decise di andarle a far visita appena
fosse venuta sera.
Per far ciò, era indispensabile che il bambino si dimenticasse di
allinearlo nella scatola.
Il soldatino si lasciò scivolare dietro ad un cofanetto e li rimase
sdraiato ed immobile.
Come previsto, il bambino rimise i suoi soldati nella scatola
dimenticandosi del nostro eroe!
Venuta la sera, il silenzio invase la casa.
Tutti i suoi abitanti dormivano tranquillamente... ad eccezione dei
giocattoli.
Nella penombra, incominciò una
folle scorribanda: i palloni giocarono ai quattro cantoni, gli
animali di peluche fecero alcune piroette e i soldatini di piombo
sfilarono al suono del tamburo di un clown variopinto.
In mezzo a tutta questa agitazione, rimanevano tranquille solo la
ballerina di carta, che rimaneva nella sua posa acrobatica, e il
soldatino di piombo che, nascosto dal cofanetto, continuava a
fissarla.
Malgrado la sua aria marziale e la sua prestanza, era timido e
ritardava di minuto in minuto il momento dell'approccio.
Questi momenti di esitazione gli furono fatali!
Tutto preso dalla contemplazione
della ballerina, il soldato di piombo non si accorse di un losco
figuro, uno gnomo nero e gobbo come un diavoletto.
Innamorato follemente della ragazza, vedeva nel soldatino un rivale
pericoloso, giovane e bello.
Cieco d'invidia, lo chiamò più volte, ma il giovane militare non
lo ascoltò neppure.
Allora lo gnomo lo fulminò con gli occhi e lo minacciò:
- Tu mi ignori! Ma ti accorgerai di me ben presto...
Il mattino seguente il bambino si
accorse che il soldatino di piombo era rimasto nascosto
dietro al cofanetto; lo prese e lo posò sul davanzale della
finestra.
Immediatamente, un malaugurato soffio di vento, o forse il soffio
vendicatore del rivale, lo fece cadere nel vuoto.
Girando su sé stesso, la testa in basso e i piedi in alto, cadde
vertiginosamente.
Non potendo chiudere gli occhi, vide avvicinarsi spaventosamente il
terreno.
Quando toccò il suolo, la sua baionetta, con la violenza del colpo,
si infisse nell'asfalto e così restò, capovolto.
Il bambino si precipitò in strada per cercarlo, ma le carrozze e i
passanti lo nascosero ai suoi occhi.
Disperato, ritornò a casa, piangendo la perdita del suo soldatino
preferito.
Improvvisamente cominciò a cadere una violenta pioggia estiva.
In un attimo si formarono rivoli di acqua che inondarono gli
scarichi che portano alle fogne.
Due sfaccendati videro il soldatino di piombo ed ebbero la curiosa
idea di metterlo in una barchetta di carta che stavano costruendo.
Poi deposero l'imbarcazione sull'acqua.
Sballottato, il fragile scafo fu
rapidamente preso dalla corrente turbolenta e scomparve in un gorgo
buio.
Il soldatino, convinto che il responsabile delle sue disavventure
fosse lo gnomo, pensò che fosse giunta la sua ultima ora.
Passò momenti interminabili nell'oscurità, bagnato dagli spruzzi
dell'acqua agitata.
Nessun dubbio! navigava nelle fogne...
Infine vide la luce del sole in lontananza.
La luce si fece sempre più forte e divenne un grande orifizio
aperto sulla campagna e la liberta.
- Uff! Sono sano e salvo... Sono scampato all'inferno. - Pensò il
soldatino sospirando con sollievo.
Invece i suoi dispiaceri non erano finiti: un'enorme topo di fogna
dall'aria feroce, bloccava l'uscita.
I suoi occhi acuti avevano notato il naufrago che stava cercando una
via d'uscita.
La corrente era cosi forte che il topo, malgrado le sue cattive
intenzioni, non poté prenderlo e con rabbia in cuore lo vide
allontanarsi...
Dopo l'ultimo scampato pericolo, la barchetta di carta continuò il
suo viaggio attraverso i prati e i campi.
Il corso d'acqua s'allargò diventando un ruscello.
In piedi sull'imbarcazione, il soldatino di piombo osservava i fiori
che ornavano le rive tranquille.
Dopo questa momentanea calma, i flutti ridivennero violenti, il
ruscello si trasformò in una cascata che si riversava in un lago.
Presa da queste correnti, la barca non riuscì a resistere e si
capovolse.
Il soldatino di piombo colò a picco.
Addio graziosa ballerina!
Un enorme pesce che girovagava lo prese per una preda di cui era
molto goloso, in un solo boccone lo afferrò e lo inghiotti tutto
intero.
Per il soldatino di piombo ci fu di nuovo l'oscurità...
Poco dopo, il pesce venne catturato dalla rete di un pescatore del
mercato.
Il caso volle che il pesce fosse proprio comprato dalla cuoca al
servizio dei genitori del bambino.
Aprendo il ventre dell'animale per pulirlo, fu meravigliata di
trovarci il soldatino perduto.
Lo mise sul tavolo, vicino al castello di cartone.
La ballerina gli mandò un sorriso
così dolce da cui capì che anche lei lo amava.
Che felicità dopo tante peripezie!
Ma lo gnomo non aveva ancora rinunciato alla sua vendetta.
Malgrado i suoi sortilegi, infatti, i due giovani si amavano.
Per farla finita suggerì al bambino di sbarazzarsi del soldatino
con una sola gamba che rovinava la sua collezione.
L'ingrato, dimenticandosi del suo preferito, lo gettò nel
caminetto.
Il soldatino si sciolse rapidamente per il calore, ma la testa,
ancora intatta, continuava con gli occhi tristi bagnati di lacrime
di piombo, a fissare la ballerina. All'improvviso s'aprì
violentemente la porta, una corrente d'aria invase la stanza
scaraventando il castello di carta sulle braci ardenti.
Nello stesso istante prese fuoco e bruciò.
Il giorno seguente, facendo le pulizie di casa, qualcuno mescolò le
ceneri, ignorando, contrariamente alle intenzioni del diavoletto, di
unire per l'eternità il soldatino di piombo e la ballerina di
carta.
A meno che il vento non disperda il piccolo mucchio di polvere
grigia!
esci
indice
|