I
rufi, come dice la stessa parola che può essere messa in sigla, sono
il popolo del Regno
Unito
di Fiori
e Insetti,
che vive sui prati e negli alberi.
Contrariamente ad
elefanti e tartarughe, i rufi vivono meno a lungo, ma hanno vita più
intensa, e ad ogni inizio di primavera numerosi ne nascono, e stanno
lì, giovani, inesperti e ignari, a meravigliarsi di tutto. Uno di
questi era un piccolo papavero.
Era accaduto che la
Regina dei fiori degli alberi, verso la fine del mese di aprile,
aveva cambiato un po’ aspetto, e insieme a lei i suoi sudditi, che
sembravano tutti colti da appassimento.
Guardando un mandorlo
dal basso in alto, il piccolo papavero aveva notato qualcosa che lo
aveva eccitato, e aveva deciso di comunicarlo alla Regina dei fiori
degli alberi, ritenendo fosse molto importante per
lei.
Chiamò perciò il
calabrone, e gli disse: - Vai da madama Violetta e chiedi udienza
alla Regina, per conto mio.
Violetta era la
segretaria della Regina dei fiori degli
alberi.
Il calabrone andò, fece
la sua ambasciata che Violetta passò a un’ape, la quale volò
velocemente dalla Regina dei fiori degli alberi che risiedeva, in
quel momento, su un pesco.
- Che vorrà mai quel
piccino! – Esclamò la Regina con divertita rassegnazione. Sapeva,
infatti, di già, che la comunicazione sarebbe stata banale. Rimandò
perciò l’ape a Violetta, la quale a sua volta rispedì il calabrone
al giovane papavero.
- La
Regina concede udienza – disse il calabrone: - riferisci pure quello
che sai.
Il papavero era convinto
di avere scoperto una cosa di grande importanza e non stava in sé
dall’entusiasmo.
- Dì
alla Violetta che la popolazione dei rufi degli alberi si sta
rianimando, e che lo faccia sapere subito alla
Regina!
La Violetta passò
all’ape l’informazione e costei la riferì alla Regina, la quale si
mise a ridere.
- Ma
non lo sa, il piccolo papavero, che i fiori degli alberi, dopo
essersi ammalati “di appassimento”, come lui dice, si trasformano in
frutta?
Quando il piccolo
papavero ebbe udito la risposta, si spaventò.
- Ed
io in cosa mi trasformerò? – Chiese al calabrone. Ed anche costui,
che era pur saggio, si mise a ridere.
- Tu
sei un semplice fiore di campo – gli disse – nessuno ti mangerà.
Sappi però che ad ogni primavera della vita tutti ci trasformiamo, e
che è giusto che sia così.
La morale di questa
favola è che le cose che accadono nel nostro corpo, anche a nostra
insaputa, quando sono naturali, bisogna
accettarle.