Le  favole  di  Selene

                       

    

 

I   Rufi

(dal Sito Rigo Camerano  http://www.rigocamerano.org)

 

 

I rufi, come dice la stessa parola che può essere messa in sigla, sono il popolo del Regno Unito di Fiori e Insetti, che vive sui prati e negli alberi.

Contrariamente ad elefanti e tartarughe, i rufi vivono meno a lungo, ma hanno vita più intensa, e ad ogni inizio di primavera numerosi ne nascono, e stanno lì, giovani, inesperti e ignari, a meravigliarsi di tutto. Uno di questi era un piccolo papavero.

Era accaduto che la Regina dei fiori degli alberi, verso la fine del mese di aprile, aveva cambiato un po’ aspetto, e insieme a lei i suoi sudditi, che sembravano tutti colti da appassimento.

Guardando un mandorlo dal basso in alto, il piccolo papavero aveva notato qualcosa che lo aveva eccitato, e aveva deciso di comunicarlo alla Regina dei fiori degli alberi, ritenendo fosse molto importante per lei.

Chiamò perciò il calabrone, e gli disse: - Vai da madama Violetta e chiedi udienza alla Regina, per conto mio.

Violetta era la segretaria della Regina dei fiori degli alberi.

Il calabrone andò, fece la sua ambasciata che Violetta passò a un’ape, la quale volò velocemente dalla Regina dei fiori degli alberi che risiedeva, in quel momento, su un pesco.

- Che vorrà mai quel piccino! – Esclamò la Regina con divertita rassegnazione. Sapeva, infatti, di già, che la comunicazione sarebbe stata banale. Rimandò perciò l’ape a Violetta, la quale a sua volta rispedì il calabrone al giovane papavero.

-   La Regina concede udienza – disse il calabrone: - riferisci pure quello che sai.

Il papavero era convinto di avere scoperto una cosa di grande importanza e non stava in sé dall’entusiasmo.

-   Dì alla Violetta che la popolazione dei rufi degli alberi si sta rianimando, e che lo faccia sapere subito alla Regina!

La Violetta passò all’ape l’informazione e costei la riferì alla Regina, la quale si mise a ridere.

-  Ma non lo sa, il piccolo papavero, che i fiori degli alberi, dopo essersi ammalati “di appassimento”, come lui dice, si trasformano in frutta?

Quando il piccolo papavero ebbe udito la risposta, si spaventò.

-   Ed io in cosa mi trasformerò? – Chiese al calabrone. Ed anche costui, che era pur saggio, si mise a ridere.

-   Tu sei un semplice fiore di campo – gli disse – nessuno ti mangerà. Sappi però che ad ogni primavera della vita tutti ci trasformiamo, e che è giusto che sia così.

La morale di questa favola è che le cose che accadono nel nostro corpo, anche a nostra insaputa, quando sono naturali, bisogna accettarle.

                                                                               

                                                                                                      

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