Genny non avrebbe mai
voluto scappare di casa. Ma era già scappata la mamma, già scappata
la nonna, e così lei, pur controvoglia, fuggì.
A mezzogiorno si ritrovò
nel mercato, e gli venne fame. Una vecchietta fruttivendola la notò
e le offrì una mela.
Ma Genny osservò fra sé: -
Se l’accetto penseranno che non sia fuggita di mia volontà; una
ragazza nella mia situazione si comporterebbe altrimenti. Così, rubò
la mela e corse via.
La vecchietta si mise
allora a strillare: - Al ladro! Al ladro! – Le guardie la udirono e
arrestarono Genny.
- Sappiamo che non è giusto
portarti in prigione per una mela – le disse una delle guardie – ma
se non lo facessimo nessuno più si lamenterebbe della ingiustizia
del mondo, e soprattutto nessuno darebbe la colpa a
noi.
- Queste guardie mostrano,
in fondo, un gran cuore -pensò Genny, e infatti, in prigione, potè
fare un buon pranzo.
Dopo qualche giorno si
presentò al giudizio del Re.
Il Re aveva due figli, uno
bello e di buone maniere, un altro brutto, sgarbato, che diceva le
parolacce, menava e non si lavava sotto le ascelle. Siccome Genny
era molto bella, entrambi se ne innamorarono a prima
vista.
Le leggi, nel regno di cui
Genny era suddita, erano semplici: ogni reato doveva essere pagato
con una restituzione di dieci a uno.
Siccome entrambi i figli
del Re si erano offerti di restituire le dieci mele dovute, nove al
Re ed una alla vecchietta, il Re disse: - Sposa pure quello dei miei
figli che più ti piace.
Genny avrebbe voluto
scegliere il principe bello e di buone maniere, ma pensò: - Il bene
che veramente vorrei, può solo invecchiare; mentre invece, siccome
l’apparenza inganna, quello brutto si trasformerà certamente in un
irresistibile Apollo.
Si fidanzò, pertanto, col
principe che non preferiva, confidando nel futuro; ma dopo un anno
quello menava ancora e inventava sempre nuove parolacce e
insulti.
Allora Genny fuggì di
nuovo, questa volta con convinzione. Il principe buono la seguì, e
così si sposarono, ebbero molti figli e vissero insieme felici e
contenti.
La morale di questa favola
è che non sempre l’apparenza inganna, e che un po’ di fiducia in noi
stessi dobbiamo pur conservarla.