di Jachob e Wilhelm
Grimm
C'era una volta un re che era molto malato,
così malato che i suoi tre figli ne provavano una gran pena. Per
nascondere le loro lacrime si erano rifugiati nel parco del castello,
allorquando videro venir loro incontro un vecchio al quale confidarono il
loro tormento.
- Conosco un rimedio - disse l'uomo - è
l'Acqua dell'Eterna Giovinezza. Qualche sorso basterà a guarire il re, ma
è molto difficile procurarsela. Il primo dei tre figli si precipitò al
capezzale di suo padre e lo mise al corrente del suo desiderio di partire
alla ricerca di questo miracoloso rimedio. - L'impresa è troppo
pericolosa, è meglio che io muoia, figlio mio - rispose il re in fin di
vita - non voglio che tu rischi la tua vita. Ma il figlio primogenito
insistette e infine ottenne il consenso di suo padre, pensando che a
missione compiuta avrebbe ereditato il suo regno. Il principe inforcò il
suo robusto destriero e si mise in cammino. Cavalcò giorni e giorni,
allorquando incontrò un nano che sembrava lo stesse aspettando. - Dove
vai così in fretta bravo cavaliere? - gli chiese il nano. - Sei molto
indiscreto, villano di un nano. - gli rispose il principe correndo come un
lampo. Il nano molto offeso, gli lanciò un sortilegio. Ben presto il
cavaliere entrò nella gola di una montagna che si chiuse alle sue spalle
impedendogli sia di andare avanti, che di retrocedere. Si trovò quindi
prigioniero con il suo cavallo come in una fortezza. Durante questo tempo
il re ammalato si disperava aspettando il suo ritorno. Il secondo dei
figli chiese allora il permesso a suo padre di andare in cerca dell'Acqua
dell'Eterna Giovinezza. Il re fece qualche difficoltà, ma finì per cedere.
Il principe fece la stessa strada del fratello maggiore. Anch'egli
incontrò il nano che gli fece la stessa domanda: - Questo non ti
riguarda maleducato di un nano. - rispose il principe proseguendo il
cammino senza nemmeno degnarsi di voltarsi. Il nano, furioso, lanciò anche
a lui un sortilegio. Il cavaliere entrò nella gola e fece la stessa fine
di suo fratello e non ritornò. Ben presto il figlio minore pregò suo padre
di lasciar partire anche lui alla ricerca dell'Acqua dell'Eterna
Giovinezza. Il re acconsentì. Il giovane principe incontrò a sua volta il
nano che gli chiese il motivo del suo viaggio. - Mio padre sta per
morire ed io sto tentando di trovare l'Acqua dell'Eterna Giovinezza per
poterlo salvare - rispose il principe gentilmente. - Sai almeno dove si
trova? - gli chiese il nano. - Ahimè! No - rispose il principe con
rimpianto. - Tu non sei orgoglioso come i tuoi fratelli, quindi
t'indicherò dove trovarla. Quest'acqua miracolosa si trova nel cortile di
un castello incantato, dove sgorga da una fontana. Ecco una bacchetta
magica con la quale busserai tre volte alla porta del castello. Questa si
aprirà e tu vedrai all'interno due leoni che fedelmente fanno la guardia.
Getterai loro queste due forme di pane ed essi ti lasceranno passare. Vai
dritto alla fontana e raccogli in una coppa l'Acqua dell'Eterna
Giovinezza. Ma stai attento, bisogna che tu venga via prima che suonino i
dodici colpi di mezzogiorno, in caso contrario rimarrai prigioniero nel
castello. Il principe ringraziò il nano e proseguì il cammino portando
con se la bacchetta magica e le due pagnotte. Arrivò al castello e fece
quello che gli aveva detto il nano. Mentre attraversava una magnifica sala
incontrò una bella ragazza che l'abbracciò e gli diede una spada e un
pane, poi l'accompagnò alla fontana. - Tu mi hai liberata
dall'incantesimo che sovrasta questo castello - gli disse - tra un anno
celebreremo le nostre nozze e questo regno ti apparterrà. Ma ora bisogna
fare in fretta, poiché stanno per suonare i dodici colpi di
mezzogiorno. Il principe riempì una coppa d'Acqua dell'Eterna
Giovinezza, poi se ne andò prima che scoccasse l'ora prevista. Sulla via
del ritorno incontrò il nano che l'aspettava. - La spada, che è magica,
ti permetterà di combattere i tuoi nemici ed il pane non si esaurirà mai -
gli disse. - Aiutami a trovare i miei fratelli - implorò il
principe. - Quando ti avvicinerai alle montagne blu, saranno liberati.
Io li ho tenuti prigionieri per punire il loro orgoglio. Diffida della
loro perfidia - disse il nano. Il giovane ritrovò i suoi fratelli e
raccontò loro tutto quello che gli era capitato. Tutti e tre i fratelli
fecero insieme il viaggio di ritorno verso il castello del loro padre, ma
durante il cammino attraversarono tre paesi dove imperversava la guerra e
la carestia.
Il principe prestò la sua spada a ciascuno
dei tre sovrani ed inoltre il pane magico. Li aiutò fino a quando non
tornò la pace. Dopo un lungo viaggio e molte peripezie, i principi
arrivarono finalmente al capezzale del loro padre. L'ultimo dei tre
fratelli tese la sua coppa al re che ne bevve il contenuto.
Sfortunatamente la sua malattia si aggravò. Allora gli altri due fratelli
presentarono al loro padre la coppa che avevano portato e che conteneva
l'acqua che avevano sottratto al suo fratello sostituendola con quella
salata.
Il sovrano, non solo guarì subito, ma si
trovò anche ringiovanito. I due fratelli intriganti accusarono il più
giovane di aver voluto avvelenare il loro padre allo scopo di ereditare il
regno. Poi lo presero anche in giro: - Tu sei coraggioso, ma molto
ingenuo, caro fratello. Noi abbiamo scambiato le coppe. Tra un anno uno di
noi sposerà la principessa di cui tu ci hai parlato. Ma non parlare se non
vuoi morire. Nel frattempo il re era molto irritato. Poiché credeva che
il suo giovane figlio avesse voluto attentare alla sua vita, lo fece
condannare a morte dalla corte ed incaricò uno dei suoi cacciatori di
eseguire la sentenza. Costui non ebbe il coraggio, poiché conosceva il
principe sin dalla più tenera infanzia. Gli confessò l'incarico che aveva
ricevuto, poi l'aiutò a fuggire nella foresta. Qualche tempo dopo
arrivarono al castello tre carri pieni d'oro e di pietre preziose. Erano
regalati dai tre re che aveva aiutato. Il vecchio re allora subodorò la
verità e poco dopo venne a conoscenza dal cacciatore che suo figlio era
ancora vivo. Passò un anno.
La principessa nel frattempo aveva fatto
costruire un viale pavimentato d'oro sino al cancello del suo castello e
ordinò ai suoi servitori di lasciar entrare soltanto quel cavaliere che
l'avesse attraversato senza esitazione, poiché sarebbe stato quello che
lei aspettava. Ben presto i principi più anziani si presentarono al
castello, ma nessuno dei due osò calpestare il pavimento d'oro con il suo
cavallo.
Al contrario il giovane principe che aveva
finalmente lasciato la foresta, non ci fece nemmeno caso: cieco d'amore,
galoppo dritto verso il castello fin davanti alla porta della principessa
che l'accolse teneramente. Le nozze furono celebrate tra la gioia di
tutti. Un giorno il principe venne a sapere che suo padre desiderava
rivederlo. Andò quindi a trovarlo e gli raccontò la perfidia dei suoi
fratelli. Allora il re volle castigarli, ma essi se n'erano fuggiti per
sempre.
esci
indice
|